23-05-2008, 10:44 AM
<!-- m --><a class="postlink" href="http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/moda/grubrica.asp?ID_blog=59&ID_articolo=600&ID_sezione=107&sezione=Esercizi%20di%20stile">http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplR ... di%20stile</a><!-- m -->
Via i pantaloni, gli uomini vogliono la gonna
Il fondatore dell'associazione "Uomini in gonna": «Sono più comode, più ampie, non costringono le parti intime»
Uomini in gonnella e non solo in Scozia: nel quarantennale del Sessantotto sono sempre più numerosi gli uomini francesi che militano per «la liberazione del guardaroba maschile» al grido di «via i pantaloni!». «Per secoli i maschi si sono vestiti con una gonna o un abito, anche in Occidente» spiega Dominique Moreau, 39 anni, fondatore e presidente dell’associazione "Uomini in gonna", che raccoglie già una trentina di soci, «solo la punta dell’iceberg di centinaia di uomini che da anni raccontano su internet, sui siti o nei forum di <!-- m --><a class="postlink" href="http://www.c-tendance.com">http://www.c-tendance.com</a><!-- m --> o ancora in <!-- m --><a class="postlink" href="http://www.jupeskirt.eu">http://www.jupeskirt.eu</a><!-- m -->, la loro voglia abbandonare i pantaloni», secondo il quotidiano Liberation.
Tutti vorrebbero arricchire il guardaroba maschile, così ridotto rispetto a quello femminile, e chiedono uguali diritti - le donne indossano anche i pantaloni sebbene solo da 50 anni - e poter portare abiti e gonne «per il comfort e per il piacere». Per l’emancipazione maschile», contro il sessismo e la discriminazione, rivendicano il «diritto a disporre pienamente del proprio corpo», sul modello della liberazione femminile: «non siamo degli animali da circo, nè degli esibizionisti. Il nostro movimento non ha niente di folcloristico», ha spiegato Moreau, 39 anni. Secondo lui «oggi nel mondo, eccetto in Occidente, milioni di uomini portano la gonna»: "sarong" nel sud dell’Asia, pareo in Polinesia o "djellaba!" in Africa.
Le gonne sono «più comode, più ampie», non «costringono le parti intime, sono quindi più adatte alla fisionomia maschile», ha osservato Jerome Salomè, 32 anni, fondatore nel 2005 del sito internet "Uomini in gonna"www.i-hej.com - che ha dato il nome all’associazione di Moreau nel 2007 - e di <!-- m --><a class="postlink" href="http://www.jupeskirt.ue">http://www.jupeskirt.ue</a><!-- m -->, per «la riduzione dei pregiudizi sugli uomini in gonna, per la promozione di stilisti e venditori di gonne per uomo», per la battaglia pro-gonna da uomo in Francia.
Il problema è trovarle queste gonne per uomini: eccetto qualche modello "molto costoso" delle firme francesi Agnes b. o Jean-Paul Gaultier - tra i primi a portare la gonna - e qualche sito internet che le vende, «le case di moda in genere non osano proporre modelli di gonne per uomini, temono per la loro immagine. È un peccato perchè ci sarebbe mercato», osserva Moreau.
Più lunghe per l’inverno da portare «con collant "70 denari" per nascondere i peli» o stivali, sopra il ginocchio per l’estate a gambe nude o con calzini in cotone, le gonne degli uomini si adattano a stagioni, moda e situazioni. Unica pecca: non è possibile portarle al lavoro, «le aziende occidentali sono integraliste per quanto riguarda l’abbigliamento», ha osservato Moreau.
Via i pantaloni, gli uomini vogliono la gonna
Il fondatore dell'associazione "Uomini in gonna": «Sono più comode, più ampie, non costringono le parti intime»
Uomini in gonnella e non solo in Scozia: nel quarantennale del Sessantotto sono sempre più numerosi gli uomini francesi che militano per «la liberazione del guardaroba maschile» al grido di «via i pantaloni!». «Per secoli i maschi si sono vestiti con una gonna o un abito, anche in Occidente» spiega Dominique Moreau, 39 anni, fondatore e presidente dell’associazione "Uomini in gonna", che raccoglie già una trentina di soci, «solo la punta dell’iceberg di centinaia di uomini che da anni raccontano su internet, sui siti o nei forum di <!-- m --><a class="postlink" href="http://www.c-tendance.com">http://www.c-tendance.com</a><!-- m --> o ancora in <!-- m --><a class="postlink" href="http://www.jupeskirt.eu">http://www.jupeskirt.eu</a><!-- m -->, la loro voglia abbandonare i pantaloni», secondo il quotidiano Liberation.
Tutti vorrebbero arricchire il guardaroba maschile, così ridotto rispetto a quello femminile, e chiedono uguali diritti - le donne indossano anche i pantaloni sebbene solo da 50 anni - e poter portare abiti e gonne «per il comfort e per il piacere». Per l’emancipazione maschile», contro il sessismo e la discriminazione, rivendicano il «diritto a disporre pienamente del proprio corpo», sul modello della liberazione femminile: «non siamo degli animali da circo, nè degli esibizionisti. Il nostro movimento non ha niente di folcloristico», ha spiegato Moreau, 39 anni. Secondo lui «oggi nel mondo, eccetto in Occidente, milioni di uomini portano la gonna»: "sarong" nel sud dell’Asia, pareo in Polinesia o "djellaba!" in Africa.
Le gonne sono «più comode, più ampie», non «costringono le parti intime, sono quindi più adatte alla fisionomia maschile», ha osservato Jerome Salomè, 32 anni, fondatore nel 2005 del sito internet "Uomini in gonna"www.i-hej.com - che ha dato il nome all’associazione di Moreau nel 2007 - e di <!-- m --><a class="postlink" href="http://www.jupeskirt.ue">http://www.jupeskirt.ue</a><!-- m -->, per «la riduzione dei pregiudizi sugli uomini in gonna, per la promozione di stilisti e venditori di gonne per uomo», per la battaglia pro-gonna da uomo in Francia.
Il problema è trovarle queste gonne per uomini: eccetto qualche modello "molto costoso" delle firme francesi Agnes b. o Jean-Paul Gaultier - tra i primi a portare la gonna - e qualche sito internet che le vende, «le case di moda in genere non osano proporre modelli di gonne per uomini, temono per la loro immagine. È un peccato perchè ci sarebbe mercato», osserva Moreau.
Più lunghe per l’inverno da portare «con collant "70 denari" per nascondere i peli» o stivali, sopra il ginocchio per l’estate a gambe nude o con calzini in cotone, le gonne degli uomini si adattano a stagioni, moda e situazioni. Unica pecca: non è possibile portarle al lavoro, «le aziende occidentali sono integraliste per quanto riguarda l’abbigliamento», ha osservato Moreau.