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Le mie esperienze feticiste e non solo...VI PARTE
#1
Parte Sesta

Sono stato abbastanza stringato nel raccontare di mia moglie, anche perchè avrei troppo da scrivere, questo potrebbe essere lo spunto per un eventuale altro racconto.
Segnalo solo una serata a casa di Alberto ed Anna, dove fummo invitati, dopo esserci frequentati in precedenza, altre volte. Quella sera, dopo aver mangiato cena, Alberto che suona in un complesso, mi fece ascoltare le loro nuove canzoni, nello studio, mentre mia moglie ed Anna, erano sedute su un comodo divano, al piano di sopra, a vedere la TV.
Avevamo bevuto tutti e quattro, senza esagerare, ma da essere decisamente allegri. Quando tornammo, al piano di sopra, vidi mia moglie e Anna che si slinguavano, si toccavano le tette, si sfioravano sotto le gonne lasciando trasparire ambedue i bordi dei collant (mia moglie aveva un collant nero con stivali neri con tacco 12, Anna aveva un collant color carne con le pantofole, queste ultime mi eccitavano incredibilmente), avevano le camicette sbottonate e nel momento in cui vennero sorprese, si ricomposero mettendosi a ridere, noi dicemmo di continuare, perchè non ci stavano disturbavano assolutamente. Tra me pensavo: ma Silvia non è lesbica...come mai? sarà l'effetto del vino?.
Ricordo che Alberto attenuò la luce delle lampade, creando penombra nella stanza, si avvicinò alla moglie e mi fece segno di avvicinarmi alla mia...insomma scopammo le proprie mogli, guardandoci uno con l'altro, fu una eccitante e bella serata. Se ricordo bene, venni dentro mia moglie, guardando il movimento ritmico delle grosse tette e dei capezzoli turgidi di Anna, che veniva penetrata dal marito.

Alcuni anni fa, ristrutturammo una casetta in montagna, riuscimmo a recuperare la cucina, la camera da letto, e creammo una cameretta e un bagno. La arredammo pian piano, con i mezzi a disposizione, senza troppa urgenza. Un giorno mia moglie tornando a casa dal lavoro nella pausa pranzo, mi disse che una sua collega era disponibile a regalarci la vecchia cameretta in frassino della figlia, ormai sposata, basta solo che fossimo noi a smontarla. Naturalmente non ci facemmo scappare l'occasione e una sera andai a smontarla, per poi il giorno dopo farmi aiutare dal cugino di mia moglie, a caricare il tutto e trasportare il materiale in montagna.
La casa era vuota era rimasta solo quella cameretta, iniziai a smontarla, quando mi trovai a sfilare i cassetti, con mio imbarazzo e sommo piacere, trovai nel primo cassetto un collant nero velatissimo, aprii velocemente gli altri nella speranza di trovare qualcos'altro e così fu, altri tre collant, uno nero 40 den, uno color panna, uno color carne (questi ultimi erano smagliati, ecco il perchè probabilmente non furono presi). Ero da solo, pensai immediatamente di indossare il collant nero velatissimo, facendo attenzione a non strapparlo. Purtroppo erano stati lavati, quindi non erano odorosi, pazienza. Mi feci un segone da sballo.

Nell'ambito del lavoro avrei anche diversi episodi da raccontare, ora mi limito a ricordarne tre. Uomini e donne, abbiamo a disposizione degli armadietti separati, dove chi vuole può lasciare gli effetti personali. Questi armadietti sono usati maggiormente dalle donne. Claudia era una bella ragazza (ora non lavora più da noi), occhi azzurri, capelli corti, biondi, labbra carnose, molto alta, ne troppo magra, ne troppo grassa, insomma bel piantata, ma proporzionata, delle belle tette, ma una “palla” a sentirla parlare, (non stava mai zitta), posso immaginare, che se fossimo stati a letto insieme, o le si tappava la bocca con il pisello, o non sarebbe mai riuscito a diventare duro. Aveva però una bella abitudine, portare sempre gonne altezza sopra ginocchio e collants dal color panna al marrone scuro, molte volte, d'estate, anche bianchi. Si andava a cambiare le scarpe, quasi sempre con il tacco, con delle pantofole...si proprio così, delle comunissime pantofole da casa.
Non chiudeva mai a chiave il suo armadietto, un giorno, velocissimamente entrai nello spogliatoio vuoto, presi le sue scarpe ed andai in bagno. Erano delle Chanel nere con tacco 12, odoravano del suo piede, aperte in punta tanto da infilargli l’uccello dentro e stantuffando a dovere feci una sborrata gigantesca. Dopo neanche 10 minuti avevo riposto le scarpe nell’armadietto.
Il secondo episodio fu quello di quando le dissi che aveva le calze smagliate, lei dopo aver esclamato il suo dispiacimento, mi disse che aveva un collant di riserva e che quindi si sarebbe andata a cambiare. Aspettai che tutti fossero andati a casa e cercando dappertutto, trovai nel cestino dello spogliatoio femminile, proprio il collants color bianco che per quasi tutta la giornata aveva indossato. Che profumo sia nella punta dei piedi, sia nel triangolo zona figa. Per gli intenditori, si percepiva il profumo che usava abitualmente, l’umore della figa e il sudore dei piedi.
Claudia in molte occasioni, aveva lasciato trasparire un certo attaccamento nei miei confronti, voglio dire, avevo l’impressione che una scopata con me l’avrebbe fatta molto volentieri, anche se aveva il ragazzo. Nelle ore lavorative, varie volte siamo entrati in confidenza, sia con particolari anche molto intimi, sia con battutine (ad esempio: le chiedevo se per 10 euro mi faceva fare un giro sulle sue tette, lei mi rispondeva che fuori dal posto di lavoro, me lo avrebbe fatto fare, anche a gratis).
Infatti questo clima portò l’avvenimento del terzo episodio, quello di un dopocena aziendale, dove andai a prenderla a casa in macchina, perché così volle lei. Premetto, che per tutta una serie di circostanze, che ora non vado a spiegare, ho sempre cercato di non avere un rapporto extraconiugale con colleghe di lavoro.
Infatti quella fu l’unica volta dove mi lasciai andare…finita la cena, scherzando e ridendo arrivammo sotto casa sua. Mi ricordo molto bene come era vestita, l’avevo guardata varie volte a cena, aveva un maglione in lana color salmone, sotto una camicia bianca, una gonna marrone, con collant color carne, stivali marroni con tacco. Accavallò le gambe e si girò verso di me, mi si avvicinò per darmi il bacio della buona notte, ma io fui più veloce di lei, la baciai sulla bocca, aveva delle labbra carnose che mi facevano impazzire, soprattutto se me le immaginavo sulla cappella del mio uccello. Ci slinguammo parecchio, poi presi l'iniziativa e le toccai le tette da sopra il maglione, constatando la sua piena libertà nel farsi toccare, andai avanti e le misi le mani sotto la gonna. Lei, nel frattempo, incominciò a toccarmi da fuori i pantaloni l'uccello, che era già pronto, mi diedi da fare, con la brillante idea di farmi strada per arrivare a toccarle la figa, con un dito, forzai perforando il collant e spostando le mutandine riuscì a sentire il taglio della figa molto bagnata. La feci venire nel giro di pochi minuti, sentendola ansimare a volume piuttosto alto. Poi lei coronò il mio sogno, dopo aver sbottonato la patta si avvicinò con le sue carnose e lucide labbra al mio cazzo. Non persi tempo, forzai il collant da dietro, le misi un dito nella figa e uno nel culo (quelle dita non me le lavai per giorni). Poco prima di venire, tolse la bocca, ma continuò a segarmi con la mano fino a raggiungere gli ultimi spasmi di piacere, mi salutò baciandomi la cappella ancora sporca di sperma caldo e mi disse “ci vediamo lunedì”.

La città brulica di locali dove effettuano massaggi di tutti i tipi, con o senza olio, essenze, ecc…molti di questi sono seri altri un po’ meno. Ho sempre voluto provare a farmi fare un bel tonificante massaggio, lo avevo provato solo una volta in uno di quei centri benessere, esistenti nei “resorts” vacanze.
Un amico mi parlò di uno chiamato quello “romantico”…dopo aver telefonato mi prenotano un sabato mattina alle 10.00…suono il campanello, mi aprono, verso destra, seduta su di uno sgabello, dietro ad un bancone che fungeva da reception, una signora asiatica di circa 50 anni, poco attraente, un po’ troppo rotondetta per i miei gusti, comunque, dopo aver pagato, mi indicò uno spogliatoio, mi diede un asciugamano e mi disse di accomodarmi in un’altra stanza.
In questa stanza, non molto grande, vi era un lettino…aspettai qualche minuto, la signora asiatica mi disse di sdraiarmi prono con il solo asciugamano bianco e di aspettare…non parlava molto bene l’italiano…comunque feci quello che mi disse. Sapevo che il massaggio romantico finiva o con una sega, o una pompa, o una chiavata, sinceramente da quella signora di circa 50 anni, mi sarei fatto fare, solo un bel segone, con magari un dito nel culo.
Dopo pochi minuti, entra una donna di circa 30 anni, capelli neri lisci, asiatica, non bellissima, ma decisamente chiavabile, indossava un vestito corto in raso nero con grandi fiori colorati, ricordo che ne avevo comprato uno simile, ma di color rosso, a mia moglie perché mi eccitava un casino vederla con quel tipo di abbigliamento orientale. Lo sguardo poi mi cadde sul rilievo del bordo delle calze autoreggenti color nero molto velato e sulle pantofole colorate, dove i suoi fantastici piedi andavano a far tana. Mi stavo decisamente eccitando, sia per i massaggi, sia al pensiero di fare qualcosa di godurioso con quella tipa.
Iniziò dai piedi e salendo all’altezza dell’interno cosce, mi tirò lievemente su l’asciugamano e iniziò a massaggiarmi le natiche, che figata!!!...arrivò fino alla schiena, poi mi fece girare, girandomi potei vederla meglio, non era per niente male, un bel corpo. Riprese dai piedi e salendo all’altezza dell’uccello, mi toccò in maniera notevole i testicoli, questo mi fece impazzire. Spostò delicatamente l’asciugamano e iniziò a palparmi il membro, lo sfiorava con quell’olio profumato che riscaldava. Faceva scivolare le mani da professionista, il cazzo era caldissimo, mi faceva già qualche scatto di piacere. Non tardai a toccarla con la mano sinistra…mmmmm…sentire il nylon della calza, la balza in pizzo, mi dava un’emozione intensa, ma quando andai a cercare la figa e mi accorsi che non aveva slip, l’emozione aumentò ancor di più. Non sapevo se potevo azzardare una decisa palpata e quindi iniziai a toccarla con dolcezza, poco dopo la sentii umida, all’asiatica, le piaceva farsi toccare. Non tardai a venire, avevo il mio dito medio nel buco del suo culo, con le sue mani mi stringeva il glande e con un po’ di malizia poco prima del primo schizzo, mi girai verso di lei, facendo trasparire una goduria incredibile, le sborrai addosso, lei fece inizialmente per spostarsi ma io con il dito nel culo riuscii a sboccarla e una dopo l’altra le schizzate andarono tutte sul vestito. Il numero delle schizzate furono 10 o 12, quindi provate ad immaginare. Non sembrò essere molto contenta e dopo avermi detto qualcosa di incomprensibile

Un giorno incontrai per strada un carissimo amico, Johnny, era appena arrivato da Las Vegas, lui per lavoro viaggia in continuazione spostandosi da un capo all’altro del mondo. Quando torna in città mantiene sempre quei tre, quattro contatti, per non annoiarsi. Mi chiese se quella sera volevo andare con lui , era stato invitato da una coppia, lei una 40 enne molto prestante con un marito che gode a veder la moglie scopata da estranei. Dopo aver informato che saremmo stati in due, il marito ancora più contento, confermò l’ora del ritrovo. Il mio amico dopo avermi spiegato alcune cose. mi disse: “guarda cosa faccio io e comportati di conseguenza”.
Erano le 21.00 circa, suonammo alla porta, il marito ci fece entrare, fui presentato, ci offrirono un whisky, parlammo di qualcosa e dopo circa 20 minuti ci fecero andare in una stanza ampia molto particolare, vi era un enorme letto circolare in mezzo alla stanza, una X in legno da una parte, un comò, specchi alle pareti e sul soffitto, una poltrona, una video camera su un treppiedi, una vasca con idromassaggio in un angolo.
Dal comò spuntò fuori una serie di oggettistica da far invidia ad un sexy shop, ricordo che la donna volle che la penetrassi con un enorme fallo nero in lattice, molto venoso, fornito di polpetta, spinsi più che potevo, il cazzo di gomma era lungo 30-35 cm ed aveva un diametro di 7-8 centimetri, entrò nella figa facilmente, la donna aveva anche il cazzo del mio amico in bocca, quando la sentii venire premetti la polpetta facendo uscire il liquido caldo…ero eccitato al massimo…mi stavo toccando già da qualche minuto, poco dopo sfilandole il cazzo fece uno squirting da sballo, prontamente rispondetti con le mie sborrate sopra al suo pelo, nel mentre il mio amico le venne in viso e sulle tette. Incredibile, tutto questo davanti al marito, che si smanettava, ma senza arrivare a godere, di lì capì che da noi voleva vedere altro.
L'iniziativa come al solito, venne presa da Johnny...aprì un cassetto del comò e prese delle calze di nylon, una nera, una marrone e legandole prima una mano poi l'altra, la immobilizzò alla X di legno, il mio amico mi fece segno di prenderne altre due per legarle i piedi, così feci, il cassetto era pieno di nylon da far rizzare l'uccello anche ad un ottantenne.
Presi due calze marroni e mi avvicinai ai piedi smaltati di nero, ero eccitatissimo, sia perchè le stavo toccando i piedi, sia perchè la stavo legando con un calza di nylon. Era una visione stupenda, da inginocchiato, potevo ammirarla dai piedi, salire per le gambe, guardarle il culo, la schiena, fino ai capelli neri corvini. Dopo circa 20 minuti dalla precedente sborrata, avevo il cazzo durissimo. Johnny si avvicinò e da dietro le mise il cazzo nella figa, poi nel culo, di nuovo nella figa, poi in culo, alternava il movimento con maestria. Il marito continuava a guardare lo spettacolo. La donna ansimava con notevole ardore. Non sapendo esattamente cosa fare andai dalla parte opposta della X per cercare di toccarla, quando la donna mi vide, mi fece capire che voleva farsi una bella slinguata, mi avvicinai e dopo aver vorticosamente usato la lingua, iniziò a leccarmi il viso, la cosa mi eccitava tremendamente. Quando il mio amico le venne nel culo mi fece segno di fare altrettanto, non mi feci pregare due volte, inserendo il cazzo nel culo sentivo la sborra calda depositata in precedenza da Johnny e dopo pochi minuti le venni nella figa, lasciando il cazzo all'interno fino a goderne gli ultimi spasmi. Finalmente il marito arrivo e sbrodolò sulle natiche della moglie.
Dopo nuovamente alcune parole, sorseggiando dello champagne, pensai alla serata ormai conclusa, ma mi sbagliai, la donna ci fece sedere, compreso il marito sul letto, infilandosi un vibratore nella figa, iniziò a spompinarci uno alla volta, la scena mi fece ricordare un vecchio film con protagonista Moana Pozzi, era una situazione molto eccitante vederla leccare prima il mio cazzo, poi quello di Johnny, infine quello del marito.
Quando mi sentì venire, portò la bocca fino alla base dell'uccello, sentivo la gola, sembrava una figa, le venni dentro fino all'ultima goccia, poi mi fece colare lo sperma caldo sulla cappella. Esattamente nello stesso modo fece con il mio amico e con il marito. Un bel tris non c’e che dire.
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