29-03-2011, 09:25 AM
Ciao a tutti.
Non sapendo come meglio affrontare questa bellissima avventura con voi (lo ammetto, sono emozionato, anche perché racconterò situazioni, alcune delle quali mai condivise con nessuno), ho deciso che partirò … Cronologicamente.
Il mio primo contatto in assoluto, di cui ho memoria, con le calze di una donna è stato alla scuola materna. Lo giuro, non vi sto prendendo in giro. Avrò avuto forse quattro anni, perché poi l’ultimo anno non ho più frequentato a causa dei febbroni causati da tonsille ed adenoidi.
Il ricordo è ancora ben vivo, come se fosse ieri ed invece sono passati ben più di trent’anni.
La mia maestra d’asilo si era seduta per terra per farci giocare ed evidentemente anche per riposarsi, visto che ad un tratto si è tolta le scarpe (ricordo, non erano belle, erano quelle classiche scarpe da donna, anni settanta, nere, con tacco grosso 5 centimetri, grossa fibbia dorata sulla tomaia …), denudando una classica ma comunque splendida calza color carne con rinforzo sulla punta (suppongo, purtroppo, collant, impossibile saperlo perché portava dei jeans).
Quello che però ha acceso la mia fantasia, oltre alle calze (anche se, ovviamente, non ne ero consapevole) è stato il fatto che, appunto seduta, ha disteso le gambe a terra accavallandole ed ha iniziato a strofinarsi i piedi, provocando quello splendido fruscio che tutti noi conosciamo (molto tempo dopo, ho saputo essere una tecnica deliziosa che probabilmente anche voi conoscete, basta andare sul Tube, precisamente qui http://www.youtube.com/watch?v=zuj448M_D14 e mi capirete ...).
E’ stato un fulmine a ciel sereno.
Ricordo perfettamente di esser stato attratto da due cose ben distinte : il colore delle calze (ancora adesso amo da morire le tinte carne, nelle varie intonazioni dal brown al taupe, dal nude al cinnamon …) e lo splendido movimento delle piante dei piedi (ero esattamente di fronte a lei), frenetico e coinvolgente (ed ancora adesso adoro restare in contemplazione di tale parte del piede femminile).
Ed allora ho fatto una cosa che solo un bimbo nella sua innocenza può fare.
Mi sono letteralmente sdraiato ai suoi piedi ed ho iniziato ad annusare avidamente quell’aroma inebriante che tutti noi conosciamo, accentuato dall’aver indossato scarpe di pelle, ma con la suola in gomma, indossate già da alcune ore, in quella mattinata …
Ricordo perfettamente i miei compagni che, osservandomi stupiti, ridevano e si prendevano gioco di me ma io non riuscivo a staccarmi dai piedi velati e profumati di nylon e sudore della mia maestra … Era come una droga … Ovviamente non avevo una coscienza a livello sessuale, ma provavo un piacere squisito, forse ancora più eccitante e profondo di quello sessuale … Solo voi che mi leggete con pazienza, mi potete capire … E ricordo quindi anche il mio imbarazzo di fronte agli altri bambini che si sarebbe potuto trasformare sicuramente in vergogna e quindi in castrazione se …
Se quella splendida maestra, evidentemente ben preparata professionalmente seppur giovane, non avesse preso in mano la situazione con dolcezza, sorridendomi tranquilla come una mamma, lasciandomi annusare tutto il tempo che volevo, non dicendomi assolutamente nulla, come se fosse la cosa più naturale del mondo … Mi ricordo che poi ne parlò anche con mia madre ed anche questo lo fece con estrema sensibilità, a tal punto che il sottoscritto, seppur presente al colloquio, non provò il benché minimo disagio, anzi mi sentii orgoglioso di avere quella relazione speciale con la mia maestra.
Sinceramente non ricordo se ci furono in seguito altre occasioni come quella, anche se il fatto che la maestra ne abbia parlato con mia madre mi induce a pensare che probabilmente il caso, forse, si è ripetuto più di una volta. A me è rimasta impressa nella memoria solo la prima.
E questo è tutto, per ora.
Scusatemi se mi sono dilungato troppo, se vorrete potrò continuare ancora prossimamente, raccontandovi e condividendo altri aneddoti simili della mia vita.
Non sapendo come meglio affrontare questa bellissima avventura con voi (lo ammetto, sono emozionato, anche perché racconterò situazioni, alcune delle quali mai condivise con nessuno), ho deciso che partirò … Cronologicamente.
Il mio primo contatto in assoluto, di cui ho memoria, con le calze di una donna è stato alla scuola materna. Lo giuro, non vi sto prendendo in giro. Avrò avuto forse quattro anni, perché poi l’ultimo anno non ho più frequentato a causa dei febbroni causati da tonsille ed adenoidi.
Il ricordo è ancora ben vivo, come se fosse ieri ed invece sono passati ben più di trent’anni.
La mia maestra d’asilo si era seduta per terra per farci giocare ed evidentemente anche per riposarsi, visto che ad un tratto si è tolta le scarpe (ricordo, non erano belle, erano quelle classiche scarpe da donna, anni settanta, nere, con tacco grosso 5 centimetri, grossa fibbia dorata sulla tomaia …), denudando una classica ma comunque splendida calza color carne con rinforzo sulla punta (suppongo, purtroppo, collant, impossibile saperlo perché portava dei jeans).
Quello che però ha acceso la mia fantasia, oltre alle calze (anche se, ovviamente, non ne ero consapevole) è stato il fatto che, appunto seduta, ha disteso le gambe a terra accavallandole ed ha iniziato a strofinarsi i piedi, provocando quello splendido fruscio che tutti noi conosciamo (molto tempo dopo, ho saputo essere una tecnica deliziosa che probabilmente anche voi conoscete, basta andare sul Tube, precisamente qui http://www.youtube.com/watch?v=zuj448M_D14 e mi capirete ...).
E’ stato un fulmine a ciel sereno.
Ricordo perfettamente di esser stato attratto da due cose ben distinte : il colore delle calze (ancora adesso amo da morire le tinte carne, nelle varie intonazioni dal brown al taupe, dal nude al cinnamon …) e lo splendido movimento delle piante dei piedi (ero esattamente di fronte a lei), frenetico e coinvolgente (ed ancora adesso adoro restare in contemplazione di tale parte del piede femminile).
Ed allora ho fatto una cosa che solo un bimbo nella sua innocenza può fare.
Mi sono letteralmente sdraiato ai suoi piedi ed ho iniziato ad annusare avidamente quell’aroma inebriante che tutti noi conosciamo, accentuato dall’aver indossato scarpe di pelle, ma con la suola in gomma, indossate già da alcune ore, in quella mattinata …
Ricordo perfettamente i miei compagni che, osservandomi stupiti, ridevano e si prendevano gioco di me ma io non riuscivo a staccarmi dai piedi velati e profumati di nylon e sudore della mia maestra … Era come una droga … Ovviamente non avevo una coscienza a livello sessuale, ma provavo un piacere squisito, forse ancora più eccitante e profondo di quello sessuale … Solo voi che mi leggete con pazienza, mi potete capire … E ricordo quindi anche il mio imbarazzo di fronte agli altri bambini che si sarebbe potuto trasformare sicuramente in vergogna e quindi in castrazione se …
Se quella splendida maestra, evidentemente ben preparata professionalmente seppur giovane, non avesse preso in mano la situazione con dolcezza, sorridendomi tranquilla come una mamma, lasciandomi annusare tutto il tempo che volevo, non dicendomi assolutamente nulla, come se fosse la cosa più naturale del mondo … Mi ricordo che poi ne parlò anche con mia madre ed anche questo lo fece con estrema sensibilità, a tal punto che il sottoscritto, seppur presente al colloquio, non provò il benché minimo disagio, anzi mi sentii orgoglioso di avere quella relazione speciale con la mia maestra.
Sinceramente non ricordo se ci furono in seguito altre occasioni come quella, anche se il fatto che la maestra ne abbia parlato con mia madre mi induce a pensare che probabilmente il caso, forse, si è ripetuto più di una volta. A me è rimasta impressa nella memoria solo la prima.
E questo è tutto, per ora.
Scusatemi se mi sono dilungato troppo, se vorrete potrò continuare ancora prossimamente, raccontandovi e condividendo altri aneddoti simili della mia vita.
Buon nylon a tutti
Nylonman
"Ed in ogni caso, non abbandonate il tavolo da gioco, perchè quando lo farete, la festa sarà finita, e voi sarete diventati, irrimediabilmente, vecchi ..." F.M. Dostoevskij
Nylonman
"Ed in ogni caso, non abbandonate il tavolo da gioco, perchè quando lo farete, la festa sarà finita, e voi sarete diventati, irrimediabilmente, vecchi ..." F.M. Dostoevskij