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FF contrast negli anni Cinquanta
#1
Vi riporto qui un pezzo di un argomento che ho preso sempre da un'altra parte :roll: ... Sempre cose mie, comunque, non rubo nulla! Tongue
Volevo chiedervi se qualcuno sa dirmi qualcosa, riguardo all'uso di queste calze negli anni '50:

[...]
Anche a me piacciono molto i film d'epoca! Tra alcune scene che una volta non avevo notato e oggi si, due scene in Vertigo - La donna che visse due volte di Hitchcock: quando lui salva lei che era si era buttata in acqua e in casa sua sono appesi ad asciugare i vestiti e le calze (color carne); e poi nella seconda metà del film, dove a un certo punto lei si gira di spalle e si vede che porta delle ff nudo con riga nera! E qui mi chiedo se era una scelta usuale all'epoca o indice di poca finezza. In questa parte del film, infatti, la protagonista vive nella sua vera identità di donna piuttosto popolare e volgarotta (mentre nella prima fingeva di essere una raffinata signora dell'alta borghesia... ops, non avete ancora visto il film e vi ho rovinato la suspence? Big Grin ), e quindi il regista la veste di abiti meno eleganti e più appariscenti e grossolani (così come lo sono anche il trucco e le acconciature).
Chissà, non abbiamo più gli strumenti per capirlo...
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#2
Ciao sognatrice, forse dovrei avere quel fil ma non l'ho mai guardato.
Se lo trovo dò un'occhiata e ti saprò dire. Ciao
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#3
E' bellissimo, Mira, vedrai che ti coinvolgerà tanto!
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#4
Ogni volta che sento le parole "elegante" , "raffinato" ed "erotico" sono colta da sudori freddi.......
Mi sembrano il tentativo patetico di ripulire, superficialmente, la sfera della sessualità umana.
La sessualità è una manifestazione carnale e giustamente oscena e cruda che deve prescindere dal reddito, anche se le classi borghesi tendono a reprimerla, circondandosi di orpelli e abiti
che devono essere per forza raffinati........
Ho sempre avuto un' allergia profonda verso un'eleganza borghese e raffinata, che viene contrapposta ad una calda sensualità popolare.
L' ansia di dover per forza esibire il proprio status e quindi entrare nell' olimpo dei raffinati, dei moderati, con poche e giuste pulsioni sessuali, che si contrappongono forzatamente al popolo
sboccato, volgare, eccessivo , quindi ai loro occhi negativo.
Ricordate la diatriba nata negli anni 80 tra erotismo e pornografia, ovvero la pretesa che vivendo circondati di costosi status simbol si potesse tramutare la volgare pornografia in
costoso e raffinato erotismo? una trasposizione fondata sul niente assoluto, con la sola presunzione che i soldi possano nobilitare anche il gesto più immondo.
Allora furono proprio le calze di nylon a subirne le conseguenze, specie se poco costose. L'esibizione del nudo femminile, magari formoso e circondato da biancheria intima di nylon, fu eletto
a simbolo della pornografia, mentre il nudo di donna filiforme e diafano, senza orpelli fu assolto come erotismo raffinato, dolce, borghese, quasi perdonabile.
La prostituta di strada con le sue calze nere RHT, la rivista popolare pornografica, si contrapponevano al twin set, alla seta ,al vestito firmato, al completino francese,
possibilmente di colore pastello ( fu l'orgia di colori albicocca, mela, pesca,
che dovevano evocare innocente frutta fresca),
alla scappatella nella seconda casa, possibilmente in una località mondana e costosa,
creando una profonda frattura tra chi, nelle fabbriche o in caserma, si nutriva di pornografia e di sogni di calze nere, e tra chi invece, magari ignorante e cafone ma ricco, poteva dirsi "cultore" del raffinato erotismo di classe .
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#5
Allora, Mira, aspetta... Innanzitutto ripeto la mia domanda: come veniva percepita la cosa negli anni Cinquanta? Io ho riportato quella che è l'idea del regista, quello che lui mostra, e che credo sia lo specchio della mentalità diffusa all'epoca: un'idea tra quello che è elegante e quello che è volgare c'è sempre stata, una distinzione... Queste due categorie esistono in quanto siamo noi che, di volta in volta, le riempiamo di qualche significato e valore, che possono cambiare.
Io non appartengo all'alta borghesia, quindi non dovrei saper dire come viva la sessualità questa classe sociale... ma penso che la si viva proprio allo stesso modo. Che non si voglia togliere carnalità al sesso e non si voglia essere ipocriti, se non lo si vuole. Penso che l'ipocrisia, il bigottismo e il perbenismo siano trasversali... Io ne vedo tanto, dappertutto. E' questa, secondo me, la vera volgarità.
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#6
...e comunque, non capisco perchè questo debba avere per forza qualcosa a che fare con l'abbigliamento.
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#7
cara severine
il film che hai citato tu non mi piace e non mi piace la mentalita' che questo film trasuda . Hitchcock, un inglese che si e' venduto anima e corpo a hollywood con i suoi filmetti borghesi, non mi e' simpatico .
d' altra parte spesso i films di quegli anni sono bigotti e moralistici sopratutto quelli americani , quindi ,poco male .
pero' ho ritenuto di parlare di questioni politico morali ,anche perche' il conformismo e l ipocrisia di un certo vivere borghese ( e qui mi rifaccio alla signora del film ) sono sempre vivi e attuali e anche qui su PN puoi trovare esempi . Guarda meglio la societa' in cui vivi e vedrai che il reddito modifica il comportamento sociale , e molto ma molto spesso, piu' c e' soldi e piu' lo modifica in peggio , non e' vero cara che tutto e' trasversale come dici tu , ci sono chiavi di lettura che funzionano, te lo assicuro .
Leggi i giornali e guarda come l arroganza del potere detta le sue regole , il potere dei soldi e' forte, ipocrita e bigotto, come non mai di questi tempi .

con affetto

Mira
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#8
Ciao Mira!
Anche a te, devo dire che ti risponderò dopo con calma, perchè nel frattempo sto facendo altre cose, e invece questi argomenti hanno bisgono di tutta la calma, l'attenzione e il tempo che meritano Smile

Ricambio l'affetto Smile . Anche se a volte non la vediamo allo stesso modo, sei una persona molto diretta e spontanea, e viva, e questo mi piace. Si può essere molto diversi, eppure trovare dei punti di contatto profondi (e qui, se leggi tra le righe, ti ho anche già in parte risposto...).

A presto, allora!
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#9
Ok, non c'è fretta, come dici tu, ci vuole calma per certi argomenti ( infatti ti ho risposto dopo due giorni.......... :zzzz: )
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#10
sognatrice Ha scritto:Vi riporto qui un pezzo di un argomento che ho preso sempre da un'altra parte :roll: ... Sempre cose mie, comunque, non rubo nulla! Tongue
Volevo chiedervi se qualcuno sa dirmi qualcosa, riguardo all'uso di queste calze negli anni '50:

[...]
Anche a me piacciono molto i film d'epoca! Tra alcune scene che una volta non avevo notato e oggi si, due scene in Vertigo - La donna che visse due volte di Hitchcock: quando lui salva lei che era si era buttata in acqua e in casa sua sono appesi ad asciugare i vestiti e le calze (color carne); e poi nella seconda metà del film, dove a un certo punto lei si gira di spalle e si vede che porta delle ff nudo con riga nera! E qui mi chiedo se era una scelta usuale all'epoca o indice di poca finezza. In questa parte del film, infatti, la protagonista vive nella sua vera identità di donna piuttosto popolare e volgarotta (mentre nella prima fingeva di essere una raffinata signora dell'alta borghesia... ops, non avete ancora visto il film e vi ho rovinato la suspence? Big Grin ), e quindi il regista la veste di abiti meno eleganti e più appariscenti e grossolani (così come lo sono anche il trucco e le acconciature).
Chissà, non abbiamo più gli strumenti per capirlo...
sognatrice Ha scritto:Vi riporto qui un pezzo di un argomento che ho preso sempre da un'altra parte :roll: ... Sempre cose mie, comunque, non rubo nulla! Tongue
Volevo chiedervi se qualcuno sa dirmi qualcosa, riguardo all'uso di queste calze negli anni '50:





[...]
Anche a me piacciono molto i film d'epoca! Tra alcune scene che una volta non avevo notato e oggi si, due scene in Vertigo - La donna che visse due volte di Hitchcock: quando lui salva lei che era si era buttata in acqua e in casa sua sono appesi ad asciugare i vestiti e le calze (color carne); e poi nella seconda metà del film, dove a un certo punto lei si gira di spalle e si vede che porta delle ff nudo con riga nera! E qui mi chiedo se era una scelta usuale all'epoca o indice di poca finezza. In questa parte del film, infatti, la protagonista vive nella sua vera identità di donna piuttosto popolare e volgarotta (mentre nella prima fingeva di essere una raffinata signora dell'alta borghesia... ops, non avete ancora visto il film e vi ho rovinato la suspence? Big Grin ), e quindi il regista la veste di abiti meno eleganti e più appariscenti e grossolani (così come lo sono anche il trucco e le acconciature).
Chissà, non abbiamo più gli strumenti per capirlo...

Anch'io risponderò con calma, ma più che alla domanda, alle risposte.

Il film, a mio parere, é ottimo. L'ho visto varie volte, cogliendone nuove sfumature. A parte i fatti nati dalla fantasia del maestro, il resto è reale. Era così. Il vedere le calze appese ad asciugare era normale, in ogni casa. Così come l'intravederle sotto al vestito. Fra l'altro, ricordo, di essermi eccitato ogni volta da quelle visioni.
Posto ciò, vorrei solo dire che, la classe sociale e il denaro, non c'entrano con erotismo e pornografia. A parte il fatto che, entrambe, erano un tempo quasi esclusiva delle classi aristocratiche e dell'alta borghesia, almeno sino alla grande guerra. Posso spiegare perchè.
Erotismo, deriva da Eros, dio dell'amore. E' inteso come un modo per coinvolgere maggiormente facendo l'amore. Erotizzante, eccitante.
Porno grafia deriva da prostituta e scrittura o immagine stampata. Cioè, ben lontana dall'amore, data da scritti o immagini, su, o, di puttane che all'uopo si prestano per una diffusione commerciale di immagini eccitanti o scabrose (ogni epoca ha avuto limiti diversi).
Ciò, era considerato volgare (da volgo, popolo) in quanto a disposizione di tutti, anche di persone che non conoscevano i raffinati giochi di certe corti, o caste. Ad esempio, Restiffe de la Bretonne, De Sade, o Casanova, non erano pornografici (certo non venivano letti dal popolo), ma letteratura erotica. Caballero o le Ore, volgarità e pornografia.
Buongustaio
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#11
Scusate se mi intrometto, ma in qualche modo toccando il cinema... vorrei cercare di fare una distinzione
1) intanto per quanto riguarda le calze con la riga, cioè la domanda preliminare di sognatrice sono state portate al cinema in modo pressochè costante sin quando sono state usate normalmente nella vita, quindi intorno alla fine degli anni 50 sostituite poi dalle rht e quindi via via dal collant. E non c'era, sino alla loro scomparsa, il concetto che riga equivalesse a peccaminoso, perché nella vita di tutti i giorni erano indossate anche dalla gente comune (salvo disegnarsi la riga in tempo di guerra). Il concetto è stato introdotto quando si è legato al fatto che poi le usassero solo donne di costumi più facili e infatti mi è capitato di parlare con gente americana ad esempio che di fronte a una calza a riga diceva: ma queste le portano solo le prostitute... Tralascio ogni commento su questa interpretazione.
2) A proposito di Hitchcock. Posso garantire che non si è venduto a Hollywood. La sua rigida educazione dai gesuiti lo ha portato (in positivo e ovviamente in negativo) a una formazione in cui il confine fra il bene e il male (con la conseguente pena o punizione) è molto netto. Prima di approdare a Hollywood agli inizi degli anni '40 ha lavorato per quasi vent'anni in Inghilterra facendo tutti i tipi di lavoro all'interno del mondo del cinema e diventando quindi regista. L'occasione del passaggio in America fu la proposta di girare Rebecca dopo che alla fine degli anni 30 in Inghilterra molti studios stavano chiudendo e il lavoro scarseggiava. Ma prima di sistemarsi negli Usa aveva girato pellicole già importanti come The Lodger, la prima versione di L'uomo che sapeva troppo e Quel Il club dei 39 (o I 39 scalini) che contiene, visto l'argomento calze una scena per quegli anni molto erotica dove un innocente fuggitivo restava ammanettato a una recalcitrante ragazza. Che volendosi togliere le calze si vedeva costretta ad essere "accompagnata" dalla mano del suo occasionale compagno. Nel frattempo Hitchock aveva "brevettato" per il cinema poliziesco o giallo l'espediente di far conoscere allo spettatore quel dettaglio che invece il protagonista non conosceva creando quindi ancora più tensione e aveva portato alla perfezione l'uso del dettaglio "rivelatore" nelle inquadrature, i lunghi movimenti di macchina, le scene prive di parlato (la famosa sequenza della doccia in Psycho, le soggettive, gli espedienti tecnici (proprio in la donna che visse due volte il senso della vertigine sulle scale creato facendo una carrellata indietro mentre la camera zoomava in avanti. Tutte cose che hanno contribuito a creare il suo stile personale. Il suo cinema è sempre stato un cinema che voleva rccontare delle storie, i lati oscuri delle persone, spesso innocenti, ma sempre messe alla prova del destino. Nella donna che visse due volte il tema centrale è fortememnte psicologico, in cui un uomo radicato nella razionalità (Stewart) si vede travolto (e sconfitto) dalla irruzione dell'irrazionalità nella sua vita (che sia una donna o le vertigini) e ne rimane vittima, affascinato e frustrato nelle sue angosce e nei suoi lati oscuri (a un certo punto accetta quasi di amare una donna che sarebbe morta pur di non perderla). Scusate mi sono dilungato, ma oltre ad amare il cinema di Hitchcock ed averlo studiato non mi sembrava giusto ridurlo solo ad autore di filmetti. Che possono piacere o meno è sacrosanto, ma per la storia del cinema è un autore a cui moltissimi registi di allora e di oggi devono tanto. Prometto che non vi disturbo più
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#12
albnylon Ha scritto:Scusate se mi intrometto, ma in qualche modo toccando il cinema... vorrei cercare di fare una distinzione

Sottoscrivo
Buongustaio
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#13
Grazie, Alberto, per il tuo excursus piacevolissimo e istruttivo; non mi hai annoiata affatto! Anzi, hai dato una bella rinfrescata alle mie conoscenze di base in materia. Al corso di Storia e Critica del Cinema, io e il mio gruppetto di amiche eravamo innamorate del professore, che ci spiegava in modo così coinvolgente il linguaggio cinematografico... Sarebbe stata la persona ideale con cui gustarsi e apprezzare tanti bei film, seduti magari comodamante su un divano Smile . Il professore non seppe mai del mio "amore" segreto Tongue , ma capì il mio amore per il cinema, e mi premiò Smile...
Venendo ad Hitchcock, naturalmente non ho niente da aggiungere a quello che hai saputo dire così bene tu; nè potrei, perchè non sono una esperta, come ti ho detto altrove. Dalle mie nozioni di base, sapevo già solo che è un grande maestro, che ha portato delle innovazioni tecniche e, quindi, più in generale, di linguaggio (che è ciò che fa andare avanti l'arte e la cultura), che nella sua insistenza verso certi particolari frequenti era quasi feticista e, soprattutto, che sapeva coinvolgere lo spettatore in maniera, ho letto, quasi "ipnotica". Ed è vero: l'ho sperimentato su di me! Persino la musica sa esserlo, ipnotica. Mi viene a volte in mente quella del film in questione... e mi sovvengono automaticamente sensazioni ed atmosfere. E poi, l'uso di disegni veri e propri, in maniera espressionistica. Quasi surrealista, si è anche detto di lui. Aldilà, quindi, di una semplice "fabbrica dei sogni"; non un semplice addormentatore di spettatori solo passivi che non aspettano altro che di essere "imboccati"; quanto, più, uno "stimolatore" di sogni: ma sogni personali, quelli di chi guarda e le cui corde vengono toccate. Perchè è qui il punto, in arte: la sensibilità del fruitore. Non mi ricordo più chi fu a dire che, quando creava un'opera, poi, a un certo punto, la vedeva staccarsi inevitabilmente da se stesso, e vivere di vita propria, anzi di più vite, tante quante ogni singola persona gliene faceva vivere dentro di sè, facendole prendere strade inaspettatte e imprevedibili. Ma questo tutti gli artisti lo sanno.
Io non ricordo che periodo stessi vivendo, quando ho rivisto, dopo tanto tempo, Vertigo. Non solo un'opera vive vite diverse per ogni persona la cui interiorità di volta in volta incontra, infatti; ma cambia anche le sue chiavi di lettura, e la quantità e qualità degli spunti, a seconda del momento in cui viene vissuta! Così, in quel momento, io rimasi impressionata, più che dall'intreccio in sè, dalla riflessione sulla natura dell'innamoramento. Era terribile, quell'uomo che si ammala per la nostalgia di qualcosa che è tutta - e solo - dentro di lui... perchè non esiste! Si ammala di una idea, di una fantasia! Lei gli chiederà di conoscerla e imparare ad amarla per quello che è davvero, ma lui non può... Rimasi con un sensazione persistente di profonda tristezza, inquietudine, non so nemmeno... Pensate che un "filmetto" di Sandra Dee avrebbe potuto tanto? Non credo (sebbene, alle volte, anche qualcosa di banale e stupido, se abbiamo abbastanza fantasia, può andare a scatenare involontariamente qualcosa...).
Quindi, perchè fermarsi a delle impressioni sperficiali, alla scorza esterna, come l'irritazione per una certa mentalità diffusa di una società che trapela da un film (o da qualsiasi altra cosa)? A parte che ho visto di peggio, in tal senso, comunque sia c'è talmente tanto altro che fermarsi a quello precluderebbe una infinità di tante altre cose! E' un autolimitarsi.

Venendo poi al resto del discorso, ovvero alle differenze tra le varie classi sociali e relative riflessioni, vedi, Mira, io sono una sognatrice, con la testa tra le nuvole, che si nutre di malinconie e spesso depressa, ma non sono affatto una sprovveduta ingenua che vive al di fuori del mondo; tutt'altro... Io vedo molto bene. Temo più di quanto non dia l'impressione di vedere. Io non credo alla idea del popolo incorrotto che vive di una intatta, incontaminata purezza, di spontaneità e di natura. Se mai è stato così - ma di difetti e pecche credo proprio che ce ne siano sempre stati anche qui - oggi siamo sempre più livellati; siamo una immensa classe borghese; non in quanto a possibilità economiche, a ciò che i soldi possono comprare (non è vero che la salute è tutto, proprio no, purtroppo...), a ciò che il potere permette, che sono appannaggio di pochi; ma in quanto a mentalità, arroganza, avidità (avidità di potere e di soldi, perchè ogni vittima non aspetterebbe altro che di trasformarsi nello sciacallo, se solo ne avesse opportunità), ignoranza in senso lato, egoismo e - ripeto - ipocrisia, bigottismo, perbenismo. E a tutta la volgarità che ciò significa.
Forse, certo, più si va su, più i giochi si fanno "importanti"... Ma cosa, esattamente, dovrebbe consolarmi? Se il peggio già lo trovi alla base!... Non è meglio cercare di vedere cosa di buono si trova, qua e lì? Ed evitare ciò che di negativo c'è... qua e lì?
Quindi, in quanto alle persone, che frequentino PN o la mia vita "reale": di solito riesco a capire bene chi ho difronte; se mi dovessi sbagliare, la lealtà e la spontaneità che ho dato non le rimpiango; io sono questa, ed eventualmente non ho peccato di ingenuità, è l'altra persona che semmai ha peccato, a non meritarsele. A me sta bene anche così... Ma perchè avere dei preconcetti, già in partenza? Come ti dicevo, si possono trovare dei punti di incontro profondi, nonostante le diversità (e tra le righe ci stava tutta questa filippica, mi spiace). Con mente aperta e curiosa, e cuore vigile ma non chiuso, si può "esplorare" un territorio sconosciuto, consapevoli di ciò che eventualmente noi riteniamo limiti, difetti di quella persona, pericoli o quant'altro. Ma se ci sono motivi che ti fanno intravedere che val la pena correre il rischio, perchè non correrlo, lucidamente? Alla fine, qualcosa si imparerà, qualcosa quella persona ti avrà dato, e forse anche tu ne avrai date a lei. Anche qui, perchè precludersi delle possibilità?
Io non sono una di quelle persone che si fanno incantare e imbroccare da sogni di ricchezze e importanti conoscenze; non è quello, il genere dei sogni miei. Mai avuta, grazie a dio, nemmeno questa, di malattia. E una persona intelligente, questo di me lo capirà. E questo mi basta pure. Il fascino di conoscere cose nuove, mondi che non conosco, semmai, questo si, mi piace assecondarlo. Con divertimento ed umorismo.

A questo punto, credo proprio di aver risposto a tutto... E anche che sia ormai perfettamente inutile anche la sola idea di aprire un argomento sul forum "Presentazioni", perchè di me ho detto tantissimo!

Solo un'ultima cosa: so che le FF negli anni Cinquanta erano usuali, mi chiedevo come erano viste le contrast, che tipo di donna le scegliesse. Perchè alla protagonista bionda il regista mette delle calze nudo, e alla bruna le contrast? E' una sua scelta ben precisa, in coerenza col personaggio - così come trucco, capelli, abbigliamento - o un caso?
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#14
:o
... senza parole.
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#15
Un saluto a tutti .......

Non sono d accordo con albnylon che fa un trattato serio ed informato, ma secondo me trascura la parte morale del discorso; tutto bello ma... i films di hitchcock non parlano di temi sociali e culturali , non trattano problemi veri ,sono invece la rappresentazione di un mondo ricco , senza problemi , storie belle e facili di gente bene , annoiata, che uccide spesso per avere piu' soldi , piu' successo .
Il cinema ideale per far sognare la nonnina conformista degli anni 50 , ma nulla piu' .... a voi vi basta ??? a me no .

nylon and garterbelt.... che dire, sono senza parole , quello che dici tu e' sempre agghiacciante per me ......

severine ....... belle parole e giuste pure ... mi piacerebbe tanto che tu avessi ragione ....ma quando un giorno ti capitera' di vedere un signore che guadagna tremila euro al giorno senza fare un ca..o ,dire che al massimo per spaccarti la schiena ti puo' dare 6 euro l' ora in nero, allora la tua teoria che i buoni e cattivi stanno un po' di qua , un po' di la' , non so se ti bastera' ancora .

con affetto e vino rosso
Mira
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