26-10-2008, 05:21 PM
Si che li leggo - e li sento - i giornalisti, che sempre più spesso capita che diano pessimo esempio sull'uso della grammatica (ortografia e sintassi). Mi accorgo anche delle piccolezze di cui di solito le persone non si rendono conto (ed è così che diventano di uso comune), e mi amareggio non poco (ne parlavo qualche giorno fa con mio padre, e anche col mio fidanzato). Perchè io sono tra quelli che si prendono la briga, appunto, di riflettere anche su questioni come la punteggiatura e la lingua, e come me anche gli studiosi del settore ed evidentemente pure la giornalista che ha scritto l'articolo, che io leggerò, così come faranno le persone che hanno acquistato quel giornale non solo per le immagini patinate. E che magari hanno fatto delle letture, e hanno una formazione, che consentono loro di fare le dovute riflessioni. Che poi la maggior parte della gente - la "massa" - non sia preparata, è un'altra questione. Perchè dovrei precludermi delle cose io, se so farne buon uso, solo perchè altri ne fanno un uso cattivo? Guarda che io la penso come te, per le cose che dici sull'intontimento generale. Io ho un cellulare ormai vecchio di qualche anno, che uso rarissimamente, e come un semplice telefono (perchè non è che questo: un telefono). Mai stata "alla moda", io.
Sai che un ottimo artista, ormai anziano, che ho avuto anche l'onore di conoscere e frequentare per qualche giorno, e con cui ho scambiato delle piacevoli chiacchiere a quattr'occhi, diceva che da giovane leggeva anche i fotoromanzi? Il padre non voleva, ma lui era attento e curioso, nonchè di mente indipendente e originale, e questo gli permetteva di capire certi meccanismi e certi cambiamenti che la comunicazione stava cominciando a manifestare. Ci siamo trovati subito in sintonia, perchè lo spirito che si deve avere è quello dell'ironia e dell'apertura. Che facciamo: siccome quel che c'è fuori non ci piace, allora ci chiudiamo dentro? Attenzione ad altri generi di paraocchi e di categorie mentali a compartimento stagno. Non è affatto questione di mediazione, ma di dare a Cesare quel che è di Cesare - e pane al pane e vino al vino, quando è il caso.
Ma, ripeto per l'ennesima volta, non solo immagini patinante e consumismo a go-go trovi su queste riviste. Tu mi chiedi se leggo l'Espresso (si, lo leggo. Ah, e ci vedo anche immagini patinate e consumismo); io ti chiedo se tu leggi con attenzione queste riviste, per poterne fare una critica obiettiva e circostanziata.
(Il viola... Pensa te, proprio ieri sera mia madre mi diceva "che schifo, va di moda una tinta di viola orrenda", eh eh eh)
Sai che un ottimo artista, ormai anziano, che ho avuto anche l'onore di conoscere e frequentare per qualche giorno, e con cui ho scambiato delle piacevoli chiacchiere a quattr'occhi, diceva che da giovane leggeva anche i fotoromanzi? Il padre non voleva, ma lui era attento e curioso, nonchè di mente indipendente e originale, e questo gli permetteva di capire certi meccanismi e certi cambiamenti che la comunicazione stava cominciando a manifestare. Ci siamo trovati subito in sintonia, perchè lo spirito che si deve avere è quello dell'ironia e dell'apertura. Che facciamo: siccome quel che c'è fuori non ci piace, allora ci chiudiamo dentro? Attenzione ad altri generi di paraocchi e di categorie mentali a compartimento stagno. Non è affatto questione di mediazione, ma di dare a Cesare quel che è di Cesare - e pane al pane e vino al vino, quando è il caso.
Ma, ripeto per l'ennesima volta, non solo immagini patinante e consumismo a go-go trovi su queste riviste. Tu mi chiedi se leggo l'Espresso (si, lo leggo. Ah, e ci vedo anche immagini patinate e consumismo); io ti chiedo se tu leggi con attenzione queste riviste, per poterne fare una critica obiettiva e circostanziata.
(Il viola... Pensa te, proprio ieri sera mia madre mi diceva "che schifo, va di moda una tinta di viola orrenda", eh eh eh)