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il piacere del nylon...in famiglia
#9
ciao gente...dopo tanto tempo riesco ad avere la connessione internet come si deve e ne approfitto per postare la proecuzione del racconto. spero Vi sia gradito.
p.s.: se qualcuno riuscisse a realizzare qualke scatto a tema lo proporrei per il NOBEL!!!


…Richiusa la porta io sedetti sul wc. Lui, di fronte a me, sul bidet.
Eravamo ora faccia a faccia. La porta richiusa alle nostre spalle, si inginocchiò ai miei piedi e afferrò tanto saldamente quanto dolcemente la mia caviglia destra, sfilò la scarpa ed avvolse il piede tra le sue mani; si mise a sedere e cominciò a massaggiarmi.
Ancora una volta una vampa di fuoco mi investì.
Lo vedevo lì, di fronte a me, col suo bel sorriso che con amore e passione mi scorreva il piede con le sue mani forti, infilando le sue dita tra le mie nel rinforzo della calza e premendo energicamente il pollice su tutta la lunghezza della pianta quasi a volerla penetrare, ma con dolcezza.
Sfilai l’altra scarpa, ed allungai la gamba distendendola insieme all’altra sulle sue ginocchia. Mi feci un poco di spazio tra le sue gambe, solo il tanto giusto da percepire, attraverso il tessuto dell’abito blu, un qualcosa di rovente solcare il mio piede velato. Distolse lo sguardo dal piede per concentrarlo sui miei occhi…allora spinsi quel piede fino in fondo tanto da poter quasi sentire ogni singola vibrazione di quelle carni gonfie di passione.
Avrei voluto far scorrere la mia mano sotto la gonna per risalire su, lungo la coscia, verso la balza della calza e poi far scostare il pizzo del mio slip da due dita voraci che si insinuassero nella già umida contrada, attendevo che da un momento all’altro si sbottonasse i pantaloni per far fuoriuscire la scalpitante verga per insinuarla tra i miei piedi, lo volevo tenere tra le dita velate e così adagio provocare su di esse un’eruzione d’amore che le inondasse da tenermi per il resto della sera nel chiuso delle scarpe.
Bussarono.
Così fummo costretti ad uscire. La passione ci divorava, ma un’altra occasione si sarebbe presentata.
Venne da me qualche tempo dopo per una consulenza, roba di lavoro…
Per l’occasione mi feci trovare pronta.
Tailleur giacca-gonna nero e immancabili decollètees nere. Ma il meglio era sotto…reggicalze nero che sosteneva un bel paio di calze rht nere…molto velate e con due invitanti e quanto mai eccitanti rinforzi neri, sotto i quali, davanti stavano le mie curatissime dita dei piedi laccate di un bel rosso…erano li, ad aspettare d’essere inzuppate…
Arrivò puntualissimo alle 19 per un consulto di lavoro…lo aiutavo ad interpretare una perizia psichiatrica…ma secondo me era solo una scusa.
E mi feci trovare pronta.
Dopo i soliti convenevoli gli proposi di seguirmi in cucina per preparare un caffè.
Presi la caffettiera e mi diressi al lavabo. E mentre svitavo la caffettiera sfilai lentamente il piede dalla scarpa…e prima il tallone velato dal rinforzo e poi la pianta ed infine le dita avvolte pure loro in un rinforzo gli si mostrarono…ed io inarcai la pianta appena per formare quelle pieghette che volevano essere bagnate…Lui si accese.
Si buttò in ginocchio, agguantò il piede e subito ci sbattè sopra la lingua…umida di saliva…tanta.
Con voracia si infilò le dita in bocca impiastricciandomi di saliva…ed io che già mi eccitavo a sentire prima l’umido e poi il bgnato sulle dita e sulla calza…risalì le gambe con le mani, e salì sempre più in alto fin lì dove, con sorpresa si arrestò sentendo che lo aspettavo senza slip…si inumidì le dita coi miei umori, si rizzò in piedi e mi sollevò la gonna…passarono le sue dita tra le mie natiche ed io mi preparai ad accoglierlo.
Sentii il suo ferro rovente posarsi sulla mia carne e mentre respirai profondamente aspettando di sentirlo solcare le mie umide carni con forza violò il mio illibato fondoschiena…sentiti la calda verga penetrare, le carni dilatarsi bruscamente…la caffettiera cadde nel lavabo ed un grido mi uscì dalla gola…uno…due…tre…quattro colpi affondarono nel mio corpo, con forza. Mi stava punendo per tutte le volte che lo avevo stuzzicato…dunque aveva sempre capito.
Poi il ritmo rallentò, si fece docile il suo ondeggiare ma io non riuscivo a trattenere gemiti di piacere…era la prima volta che lo provavo e mi piaceva!
Ogni volta che spingeva fino in fondo salivo sulle punte dei piedi mostrando i talloni rinforzati e continuò così fino a che sentii arrivare da lontano una valanga di piacere che mi faceva vibrare il basso ventre, ero percorsa da brividi e tremori quando con sommo godimento una cascata di umori esplose dalla mia carne gonfia di piacere…ancora pochi colpi e lui si scostò appena allungando un sedia…mi ci fece inginocchiare…sfilò via le scarpe ed io lo aspettai. Sollevai appena i piedi con le piante appena inarcate pronte ad accogliere il suo piacere, con la mano destra mi sosteneva il dorso del piede destro…il favorito!
E bastarono pochi colpi vibrati sulle dita rinforzate perché un’eruzione di uno…due…tre…è incredibile ma…quattro! getti di lattea rovente lava, densa e copiosa, esplodessero da quel vulcano che, per troppo tempo, avevo stuzzicato e desiderato. E mi ricadde sul rinforzo che da tempo altro non desiderava e poi sulla pianta appena incurvata per accogliere tutto il suo piacere.
Io appoggiata alla spalliera, voltata a guardarlo compiere ciò per cui l’avevo sempre provocato ammiravo sfinita e compiaciuta il giusto epilogo di tante fatiche…con l’abilità di un pittore, col suo pennello, sparse lungo il piede il frutto della passione e la calza mi si appiccicava mentre gli odori del piede, del nylon, del cuoio si fondevano in quell’inconfondibile aroma che, solo chi condivide questa passione può capire quanto, inebria.
Spremette le ultime gocce dalla sua verga raccogliendole con l’indice e bagnò il rinforzo sul tallone.
Era finita. È passato qualche tempo da quella volta…una di queste sere lo inviterò a cena, mio nipote.
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