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Momenti imbarazzanti in reggicalze
#17
Bello l'ultimo episodio! Qualcosa di non voluto e (forse proprio per questo...) di grande effetto! E' successo qualcosa di simile anche a mia moglie, verso la fine degli anni '80, prima che ci sposassimo. A lei è accaduto mentre eravamo a passeggio per il centro e per risolvere il problema si è fiondata in un negozio, neanche farlo apposta un negozio di biancheria intima, spiegando il suo problema e chiedendo di potersi risistemare. A me, da gran bastardo, la cosa ha stuzzicato non poco e dal momento in cui ha iniziato a lamentarsi che la calza le stava scendendo fino a quando è sparita nel negozio non ho fatto altro che guardarmi attorno con la coda dell'occhio per verificare chi e quanti si erano accorti della cosa, provando una sottile e perversa eccitazione nel constatare come diverse persone le stavano fissando le gambe con vivo interesse! Nel tuo caso lei come ha commentato l'incidente, in seguito? E' stata solo disturbata dall'imbarazzo o ha provato qualcosina di diverso? Per quanto riguarda mia moglie, quel caso particolare l'ha piuttosto disturbata e non mi spiego il perchè, dato che altre volte era lei che quasi si creave delle situazioni per le quali, poi, era "costretta" a ritrovarsi un po' in mostra o quanto meno non faceva niente per evitarle. Ma forse la differenza sta nel fatto che in quei casi si sentiva spiritualmente pronta ad affrontare la prova mentre qual giorno, in centro, non era sufficientemente lì con la testa! Ti faccio un esempio, un esempio al quale non sono stato presente ma che lei mi ha raccontato con fare malizioso, sapendo bene di eccitarmi. E, almeno da come lo raccontava, per l'enfasi e la ricchezza di particolari che metteva nella descrizione, dopo la sensazione iniziale di imbarazzo e vergogna doveva averne poi ricevuta una di perversa e stuzzicante soddisfazione anche lei! Abitualmente mia moglie si reca in ufficio vestita in modo piuttosto pratico. Elegante ma pratico. Quel lunedì invece aveva voglia di indossare lo stesso tailleur che aveva la sera prima, fuori a cena. L'unica differenza sarebbero state le autoreggenti al posto della guepière e calze da reggicalze che dedica solo a me (e non perchè sia io a pretendere questa esclusività, anzi, a me stuzzicherebbe tantissimo se indossasse il reggicalze ogni giorno... e magari non fosse così attenta da nasconderlo!!!). Era un tailleur molto sexy, gessato grigio, con gonna molto corta e giacca lunga. Autoreggenti nere e scarpette decolletè di vernice nera. Il tutto estremamente elegante e sexy. Da quello che mi diceva, per tutta la mattinata i colleghi continuavano a fissarla in maniera "strana" mettendola quasi "in imbarazzo" (...ma lo raccontava ridacchiando!). Alla fine della mattinata, dirigendosi col solito gruppo di colleghi/amici al parcheggio dell'ufficio, lei si è trovata con lo sportello lato autista piuttosto chiuso da un'altra auto. "Uffa... adesso mi tocca entrare dall'altra parte!" - mi ha raccontato di avere detto, bloccandosi poi subito pensando a quello che avrebbe significato, con una gonna così corta... e le autoreggenti! Continuando poi a raccontare, maliziosissima - "Ma è stato come se mi avessero letto nella mente! Hanno cominciato a ridere e a prendermi in giro dicendo che non si sarebbero di certo persi uno spettacolino del genere e si sono attaccati col naso ai finestrini e, quel che è peggio, al vetro frontale! Cosa potevo fare?! Sono entrata nella cinquecento e ho cominciato a divincolarmi passando il più velocemente possibile da un seggiolino all'altro, scavalcando la leva del cambio ma... più volevo fare in fretta e più restavo impigliata... dovevi sentire i commenti! Che vergogna! Ma ci pensi?! (Ci pensavo...! Ci pensavo!) Doveva vedersi proprio tutto! Quelli che si trovavano davanti al vetro anteriore erano i più scatenati! Urlavano come forsennati arrivando anche ad indicare con le dita... non voglio immaginare cosa! Non mi sono mai vergognata così tanto!" Come no?! Da come lo stava raccontando non sembrava certo una che avrebbe voluto dimenticare l'episodio il più presto possibile! E anche quando in seguito l'ho punzecchiata più volte su quel giorno la sua reazione è stata sempre, diciamo... "positiva"! Per quello che ho capito, quello di cui sto parlando, ossia i momenti "imbarazzanti", tra virgolette, così come li intendo io, è un po' come andare sulle Montagne Russe: il più è trovare la forza di volontà di salire, poi non hai più il controllo del gioco e puoi solo aspettare che si fermino per poter scendere. Nello stesso modo, se è il momento giusto, se ti senti pronta e curiosa di sapere cosa si può provare, devi solo iniziare una cosa che sia, diciamo, al tuo limite, e poi "goderti" la sensazione piccante di superare quel limite, avendo l'alibi che "non potevi evitarlo"! Nel caso dell'auto che ho raccontato, lei poteva benissimo aspettare qualche minuto che arrivasse il collega che le aveva chiuso il passaggio, invece ha scelto di buttarsi ben sapendo come si sarebbe sviluppata la situazione e, dico io, in fondo curiosa di provare cosa avrebbe significato esporsi in quel modo e sentirsi osservata in quel modo e a quel punto, una volta iniziato il gioco, non poteva più tornare indietro!
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